Ultime novità per le pensioni 2025
Previdenza - 27 Ago 2024
Nel vertice di Governo in programma il 30 agosto di inizierà a parlare concretamente delle misure da mettere in campo con la legge di bilancio 2025 dato che Quota 103 in formato “contributivo”, l’Ape sociale e l’Opzione donna in versione ristretta introdotti con la precedente legge di bilancio erano misure a termine. Dalle indiscrezioni sembra esclusa in partenza una riforma ampia per le consuete difficoltà di bilancio .
Il debito pubblico ha infatti raggiunto di recente il nuovo record di quasi 3mila miliardi di euro (2948,5) aumentando di 30,3 miliardi di euro a giugno. Nelle ultime ore sono emerse anche voci di una stretta alle pensioni anticipate con possibile eliminazione di APE SOCIALE e Opzione Donna .
Stretta sugli anticipi
Malgrado i recenti buoni risultati del gettito fiscale 2023, viste le necessità di riconfermare le misure di riduzione del cuneo fiscale per la classe media, Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, come sempre non sembra incline a liberare risorse per la previdenza. Si ricorda che lo scorso anno la spesa per le pensioni si è impennata di quasi l’8% per l’aumento dell’inflazione e il Ministro Giorgetti proprio in questa stagione aveva affermato : “con questa denatalità impossibile pensare ad aumentare la spesa pensionistica”, né nel breve né nel medio periodo.
Rispetto alle prime indiscrezioni in cui si parlava di uscite anticipate solo per alcune categorie, come le forze armate e di conferma di Quota 41, anche se in versione contributiva, chiesta dalla Lega, dal MEF emergono invece intenzioni di un forte stretta sulle uscite anticipate. Quota 41 si ricorda richiederebbe una significativa copertura finanziaria (tra i 600 milioni e un miliardo di euro). Anche Forza Italia si oppone all’introduzione di nuove quote e spinge invece per un adeguamento delle pensioni minime.
Si prevede dunque un intervento in continuità con le misure introdotte con l’ultima legge di bilancio, seguendo la linea tracciata con il bonus Maroni, che incentiva la permanenza al lavoro, ma con adattamenti come quelli applicati al bonus per i medici.
Infine, tra le opzioni sul tavolo, si contempla una ennesima revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni all’inflazione, con una possibile applicazione più restrittiva per gli assegni piu alti, se on addirittura l’eliminazione , temporanea. In ogni caso, gli assegni più bassi (fino a 4 volte il minimo) sarebbero ancora garantiti nella loro rivalutazione integrale.
AGGIORNAMENTO 27 AGOSTO
Tra le novità delle ultime ore, per un tentativo di risparmio sulle risorse finanziarie, emergono:
- la possibilità di estendere ulteriormente le finestre di uscita per il pensionamento anticipato previsto dalla Legge Fornero. In particolare, si sta considerando di prolungare da 3 a 6-7 mesi la finestra per chi intende ritirarsi dal lavoro dopo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne);
- l’abbandono del sistema delle Quote;
- l’eliminazione di Opzione donna e Ape sociale.
Silenzio-assenso per il TFR alle integrative
Un’altra possibile novità riguarda l’allocazione di una parte del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr) alla previdenza complementare, soprattutto per i lavoratori under 35. Il tema del rafforzamento delle pensioni complementari e dell’attenzione alle pensioni delle giovani generazioni era stato sostenuto nel suo intervento programmatico di inizio mandato dalla ministra del lavoro Calderone.
Su questo il sottosegretario al Lavoro Durigon, propone l’idea di destinare il 25% del Tfr ai fondi pensione, offrendo una copertura previdenziale aggiuntiva ai giovani, oltre a quella obbligatoria. Si ipotizza anche una quota più limitata (5-10%) dell’importo del TFR, con un meccanismo semi-obbligatorio, per evitare problemi di costituzionalità se si prevedesse l’obbligatorietà totale.
La ministra del lavoro Calderone sembra condividere con i sindacati la possibilità di una fase di “silenzio-assenso” di 6 mesi per l’allocazione del Tfr alla previdenza integrativa.