Inderogabile la transizione verso modelli zootecnici sostenibili

Primo piano - 18 Mar 2025

«La necessità di un cambiamento nel settore zootecnico è ormai inderogabile» spiega Mario Serpillo, presidente dell’Unione Coltivatori Italiani. «È ampiamente dimostrato che gli allevamenti intensivi, oltre a rappresentare un problema ambientale, incidono gravemente sulla salute pubblica e sulla sostenibilità economica del settore agricolo. Non possiamo continuare a ignorare le evidenze scientifiche e le conseguenze di un sistema che penalizza le piccole aziende agricole a favore di un modello industriale insostenibile».

La necessità della riconversione

«Oltre gli allevamenti intensivi» continua il presidente Serpillo «le emissioni di polveri sottili derivanti dagli allevamenti intensivi sono la seconda causa di inquinamento da PM2,5 in Italia, contribuendo a un alto numero di morti premature ogni anno. Inoltre, il consumo di risorse idriche e l’impatto sulla qualità dell’aria e del suolo sono aspetti che non possiamo più trascurare. È chiaro che il nostro settore agricolo ha bisogno di una riconversione graduale ma decisa, e le Istituzioni devono farsi carico di questa necessità».

Le implicazioni economiche

«Tra il 2010 e il 2020» chiarisce Mario Serpillo «l’Italia ha perso quasi mezzo milione di aziende agricole, con un calo che ha colpito principalmente le piccole realtà. Il sistema attuale, che vede l’80% dei fondi europei destinati al 20% delle aziende più grandi, sta soffocando i piccoli produttori e impoverendo il tessuto agricolo nazionale. Dobbiamo invertire questa rotta, puntando su un’agricoltura più equa e sostenibile. L’Unione Coltivatori Italiani sostiene da tempo la necessità di una politica agricola più attenta alla sostenibilità e alla tutela delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni. La riconversione del settore zootecnico deve avvenire attraverso un percorso condiviso, con strumenti di supporto adeguati e politiche mirate. Per l’UCI è fondamentale garantire un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e capace di tutelare il lavoro degli agricoltori italiani e la salute dei cittadini».

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